TIFF 2012: Tai Chi 0, puro metacinema impreziosito da Jet Li, Jackie Chan e Sammo Hung

Yan Xiaochao

A differenza del più classico wuxiapan, fatto di onore, rispetto e tanto combattimento, l'action orientale di Stephen Fung che porterà al Toronto International Film Festival, è figlio di una passata e non troppo lontana carriera nella sceneggiatura e più precisamente nell'ironico, distorto e simpatico Shaolin Soccer. Tai Chi 0 è il primo di una trilogia che lo stesso Fung vorrebbe portare a compimento entro il 2014 e mescola caratteristiche di diverse epoche nipponiche, cercando di condire una pratica marziale e filosofica, senza approfondirne per scelta il significato, con la modernità, i voli estremi e una colonna sonoro stile punk rock. Nonostante tutto, il film cerca di addentrarsi per una riscoperta dell'arte del tai chi, non solo pescando in epoche diverse, ma affascinando lo spettatore attraverso stili dfferenti, tra cui la fumettistica, grazie anche ad una fotografia degna di nota.

Un'immagine del film
Il film è prodotto dallo stesso Fung con la partecipazione di Jet Li e Jackie Chan e la supervisione ai combattimenti di Sammo Hung, ed intepretato infine dallo sconosciuto Yan Xiaochao (nel cast anche Peter Stormare). Difficile definire una trama, anche se si può partire dal protagonista, Yang Luchan, un fenomeno da baraccone che decide di imparare il tai chi che stranamente viene conosciuto solo in un piccolo villaggio. Spronato dalla madre che vede in lui un potere straordinario, deriso com'è per quella sua escrescenza sulla fronte (fonte dei suoi poteri), si imbarca in un viaggio verso il fantomatico villaggio. Come fu per gli abitanti in Kung Fusion dell'amico Stephen Chow, anche qui nel villaggio conoscono tutti il tai chi. Viene infatti scoraggiato dagli stessi abitanti che uno ad uno lo affrontano, sconfiggendolo.

Yao Xiaochao (in alto)
Sarà l'intervento del maestro Chen, travestito da straccione, ad indicargli la via per l'arte marziale e per il cuore di Yuniang dalla quale ha subito anche una dura sconfitta. Il film inizia tramite un flashback girato come si conviene ad un film d'epoca. Appena finisce la parte dove viene intrattenuto dagli abitanti, il tono del film cambia ancora, generando uno stile steam attraverso una strana macchina a vapore e ad un nugolo di uomini provenienti dall'occidente. Il tutto condito da sequenze a vignetta, a videogame e l'idea geniale e caotica di presentare mano a mano gli attori appena appaiono in scena, con tanto di nomi, corredati dalle loro esperienze professionali. Il film è fuori da ogni schema, una metamorfosi metafilmica difficile da trovare in giro, con l'aggiunta di ottimi combattimenti e una trama che prende piede sempre di più alla fine, per consentire al film di giustificare il secondo capitolo, anche se questo frena le aspirazioni sconclusionate e divertenti dello stilismo di Fung.


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