Il trono di spade che dà il nome a romanzo e telefilm |
Per
parlare della fama acquisita da Game of
Thrones, doveroso è un antefatto riguardante il romanzo da cui è tratto,
non tanto perché fedele nelle sue vicissitudini di corti medievali e magie
nascoste, e nemmeno perché bisogna farlo per cercare similitudini e diversità
tra i due contesti, ma perché, come accaduto per The Lord of the Rings, la carta ha dato il là per avere maggiore
spessore mediatico; che poi i prodotti finiti siano totalmente, o quasi,
differenti, è un altro paio di maniche. La prima stagione di questa serie tv
targata HBO, una vera e propria calamita per arte e pubblicità al tempo stesso,
ha dimostrato di essere uno dei pochi telefilm fantasy a poter primeggiare con
i drammoni, i polizieschi e le sit-com.
Daenerys Targaryen e il suo drago, interpretata da Emilia Clarke |
Non
poteva che continuare, anche perché la HBO non è un’emittente che lascia le
cose in sospeso e se a supervisionare soggetto e sceneggiatura c’è proprio lo
scrittore del romanzo George R.R. Martin, allora continuare è doveroso. Quest’anno
l’AFI ha voluto omaggiare l’accortezza con cui trucco, parrucco e storia, sono
stati fatti dalla troupe della serie, ma per legittimare questo premio, il
nostro sito a voluto cercare di spiegarvi il perché. Certo, la prima stagione è
un connubio omogeneo di intenti, mai noioso, mai sopra le righe, anche se forse
qualche turgore muscolare e nudità si potevano risparmiare, e soprattutto mai
completamente fedele ai libri, anche per volere dello stesso Martin, che in
alcune trance ha voluto spiegare meglio quello che gli sembrava zoppicante
(usando un termine casereccio o redazionale).
Il nano Tyrion Lannister interpretato dal bravo Peter Dinklage |
La
seconda stagione non è certamente un fallimento, portata anche da una resa
visiva molto accurata, ma la verve stilistica e la stesura hanno subito l’influenza
del pubblico, magari cercando di raccogliere l’effetto piuttosto che la
sostanza, e lo zoppicare diventa in alcune parti, un pericolo costante. Anche
la regia (quasi tutti i registi sono cambiati) presenta un’altalena di
splendide visioni e incapibili scelte, ma già la frittata era stata fatta e la
potenza e caparbietà con cui il mondo ha subito questo telefilm, è difficile da
trovare nel recente presente. I personaggi sono ben curati, la scenografia
altrettanto, anche se la profondità di campo spesso stenta ad esserci, ma i
dialoghi sono il frutto di una revisione forzata che provoca alcuni dubbi nel
fruitore. In ogni caso scegliere questa serie tv come una delle 10 migliori del
2012, non appare assolutamente strano, anzi ricalca e asseconda il 2011 che la
stessa aveva quasi dominato.
Se volete tenervi aggiornati sulla serie tv e sulla prossima uscita per la terza stagione, vi consiglio questa pagina su Facebook "Game of Thrones - Italian Fans".
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