NYFF 2012: Room 237 ovvero Kubrick, l'Olocausto e il falso allunaggio

La locandina del film

Shining è sempre stato nell'immaginario collettivo il film horror per eccellenza, con qualche amante del genere che devia per ovvie ragioni verso L'esorcista. Questo film però non è solo un'opera d'arte o un prodotto di sicuro fascino, ma anche un cofanetto pieno zeppo di simbolismi e messaggi occulti e occultati. Stanley Kubrick nel 1980 realizza questi immenso film di genere inserendo, ormai è risaputo, richiami ad avvenimenti successi nell'arco della storia. Room 237 di Rodney Asher presenta a New York questo film di montaggio dove spiega i veri messaggi che Kubrick ha voluto esprimere nell'opera. Dall'Overlook Hotel alla stanza 237 che quando il piccolo Danny apre, scatena, come fosse un vaso di Pandora, tutto il male racchiuso in quello sperduto posto, mentre Jack scatena la sua furia al ritmo di “Il mattino ha l'oro in bocca”.

Un'immagine di Shining
Questo film secondo Asher non racchiuderebbe fotogrammi nascosti o messaggi subliminali, ma piccoli dettagli che appaiono e scompaiono, come il volto di Kubrick tra le nuvole, quello di Hitler e persino un'erezione. Sintomaticamente, nel profondo, il film parla dei soprusi subiti dagli Indiani d'America e dell'Olocausto protratto sugli Ebrei. Punto principale però è la teoria secondo cui l'allunaggio sia frutto della fantasia dello stesso regista che girò le sequenze dello sbarco nel 1969. La Room 237 è proprio l'indizio principale, infatti la Stanza 237 è anche chiamata Moon Room, ovvero la stanza della Luna. Un passaggio obbligatorio questo film, per chi ama Kubrick e Shining, ma un doveroso omaggio per chi non ha ancora conosciuto la maestria di questo genio che non lasciava nulla al caso.


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