Ali Suliman e Evgenia Dodina |
Come
ogni anno, in qualsiasi manifestazione, ci sono anche quei film che all’apparenza
non hanno minime possiblità di emergere nel panorama arrivista del mondo
cinematografico e che di lì a poco si mostrano non come outsider, ma come vere
e proprie cenerentole che entusiasmano il pubblico e la critica con la loro
semplicità e la loro efficacia. Al Toronto International Film Festival, una di
queste cenerentole potrebbe essere The
Attack di Ziad Doueiri, film impegnato, vicino nelle idee a The Reclutant Fundamentalist di Mira
Nair, ma cosparso di inadeguatezza e di incomprensione, nello specifico date da
una moglie rivelatasi come terrorista. Il regista libanese non ha grandissima
esperienza dietro la macchina da presa, ma in quei pochi lavori che ha
mostrato, ha fatto vedere che stile e tecnica non sono distanti dalla sua
persona. Di seguito la sinossi del film:
Ali Suliman |
“Amin
Jaafari è un chirurgo israelo-palestinese, completamente assimilato nella
società di Tel Aviv. Ha una moglie amorevole, una brillante carriera, e
numerosi amici ebrei. Poi un attentato suicida in un ristorante e diciannove
morti. La polizia israeliana lo informa che sua moglie Sihem, morta
nell'esplosione, era la responsabile. Amin respinge la loro accusa, ma la sua
idea è vanificata quando riceve una lettera postuma da Sihem che conferma il
suo ruolo nel massacro. Distrutto dalla rivelazione, Amin ritorna nella sua patria di adozione ed entra nei Palestinianterritories per perseguire gli
zeloti che avevano reclutato la moglie. Una volta lì, si immerge in luoghi
sempre più pericolosi, ma alla fine del suo viaggio, Amin è costretto a confrontarsi
con una più profonda verità, più terribile ed inaspettata, la sua incapacità di
vedere la moglie com’era veramente e di capire i gesti estremi che aveva
compiuto”.
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