Allison Williams, Jemima Kirke, Lena Dunham e Zosia Mamet |
Girls non è la solita serie tv adolescenziale, monotematica,
brillantinosa, con bellocci e pin-up disseminate in ogni angolo cittadino,
quasi a documentare un raduno di mister e miss universo, ma uno spaccato basso
e distruttivo, mentalista e suburbano della metropoli odierna; New York nella
fattispecie. Qui sono chiamate a recitare le diatribe sentimentali ed
esistenziali, quattro ragazze, amiche in alcuni casi, coinquiline in altri e
furiose nemiche per finire. Gli occhi sembrano quelli di Hanna Horvath (Lena
Dunham, 24enne autrice e regista del telefilm), che funge quasi da
protagonista, ma l’attenzione spesso ricade sulla hippie Jessa Johansson (Jemima
Kirke), sulla perfettina Marnie Michaels (Allison Williams) e infine sulla
disadatta sociale Shoshanna Shapiro (Zosia Mamet).
Lena Dunham, Zosia Mamet e Jemima Kirke |
A
vederle sulla locandina si può erroneamente pensare che sia il solito prodotto
a strascico in stile Gossip Girl o
una prova moderna di emulazione per il fortunato ed interessante Sex and the City, ma quello che si ha di
fronte dal primo pilot, è un connubio eterogeneo di dramma e comicità caustica
che la Dunham orchestra con buon mestiere, senza strafare e donando alla serie
tv un unico flusso continuo, spento a tratti, ma gestito su toni apparentemente
noiosi o poco avvincenti. Certamente questa mancanza di verve, nonostante le
scene “d’emozione” non siano lasciate in disparte, disturba in qualche
frangente, magari poco articolato, magari troppo documentaristico, o magari
dettato da una voglia di scoprire terreni estrosi o addirittura stravaganti e
posizionarli in un contesto reale e verosimile.
Ancora le quattro ragazze in una scena |
Le
quattro protagoniste inoltre non sono fascinose adolescenti dell’Upper Class
americana, né viziate e splendide modelle dai falsi problemi, ma normali
ragazze di New York, chi grassottella ed insicura, ma a tratti piena di
iniziativa e chi bella ed elegante, ma costretta in un movimento continuo e
comandato; muovono quindi tutta la stagione in un percorso monotematico, ma a
tratti molto coinvolgente. Le similitudini con le colleghe 40enni di Sex and the City si possono volendo
anche scovare, anche se rimane un prodotto quantomeno originale, con picchi di
dialoghi esilaranti e inabissamenti che interrompono il flusso continuo, ma in
ogni caso camuffati dal carattere indisponente di Adam Sackler (Adam Driver),
atletico e alto ragazzo di Hanna. Certamente, tirando le somme, è una serie tv
interessante (dopotutto è targata HBO), ma è difficile da vedere nella decina
di migliori del 2012, come l’AFI ha decretato.